CAPITOLO 1
“L'INCUBO”
Soraya si trovava in un immenso prato verde. Davanti a lei il vuoto. I monti e la foresta erano dietro di lei. C'erano lunghi prati di erba fresca di rugiada dove da piccola aveva giocato e dove, rotolandosi, si era sempre sporcata i vestiti di verde. Grandi alberi dal tronco robusto dove era solita arrampicarsi da bambina. Piccoli fiori azzurri dall'odore dolciastro che lei amava tanto.Riconosceva quei luoghi. Era a casa, a Naboo. Ma non era sola. Davanti a lei c'era una figura del tutto uguale a lei.
'Che ci fa uno specchio su un burrone?', pensò.
Soraya pensò che fosse strano come specchio, dal momento che la ritraeva diversamente da com'era.
I lunghi capelli rossi, che scendevano a onde morbide, le arrivavano a metà schiena ed erano fermati da una strana acconciatura, mentre lei li teneva corti poco sotto le spalle e con la tipica lunga treccia da Padawan dietro l'orecchio destro.
Su tutto il viso era stato applicato un delicato trucco bianco e le sole macchie colorate erano i due tondi rossi sulle guance, la sottile riga sul labbro inferiore, sempre rossa, e i suoi occhi.
A Soraya piacevano i suoi occhi: erano di un marroncino chiaro con tante piccole pagliuzze dorate.
Solo in quel momento si accorse dello strano abito che portava. Non aveva addosso la sua solita tunica Jedi, comoda e pratica, ma uno strano vestito con delle maniche lunghe. Ma toccando le maniche, stranamente non sentì il delicato e fresco tocco della seta ma il pesante tessuto grinzoso della sua tunica.
'Beh, questo è proprio strano! Che specchio bizzarro!', pensò.
All'improvviso però la figura si agitò e rise ma Soraya non si era mossa. E allora capì.
"Kirya?", chiese. Kirya le sorrise e allungò la mano. Soraya sorrise di rimando e prese la mano di sua sorella. La sua metà, la sua gemella.
"Andiamo via di qui, è pericoloso, Kirya!", disse Soraya. Kirya scosse la testa. Le prese l'altra mano e girarono in tondo, come facevano da bambine.
"Va bene", disse Soraya, anche se continuava a essere preoccupata. Sentiva un tremolio nella Forza. Non era un buon segno.
"Kirya spostiamoci di qua!", insistè Soraya e tirò la mano di sua sorella. Kirya però non intendeva muoversi e resisteva alla sua spinta. Il tremolio stava diventando sempre più forte.
"Ti prego, fallo per me! Vieni via di lì!", la supplicò Soraya e tirò più forte ma Kirya con uno strattone lasciò la sua mano e fece un passo indietro.
"KIRYA NO!", urlò Soraya ma il terreno sotto i piedi di Kirya si stava ormai sbriciolando e quasi al rallentatore vide la sua gemella precipitare. Soraya immediatamente si distese e affacciò la testa verso il vuoto e cercò di trattenere sua sorella con la Forza.
"Non ci riesco!", gemette. Le lacrime le offuscavano la vista e ancora non era del tutto pratica con la presa della Forza. Kirya le scivolò come sabbia tra le dita. Gridò il suo nome e il suo grido si confuse con le urla di sua sorella mentre le lacrime le scendevano sul viso.
Soraya urlò e si alzò di scatto. Era nella sua stanzetta nel Tempio Jedi a Coruscant.
'Era solo un sogno...', pensò mentre tentava di regolare il respiro.
Solo un sogno. Yoda tempo prima le aveva detto che con il tempo i sogni sarebbero spariti. Non vedeva l'ora che arrivasse quel momento.
Quasi ogni notte sognava qualcuno dei suoi cari morire. Negli ultimi tempi i suoi sogni si erano concentrati su sua sorella.
'Domani ne parlerò con Yoda e con il maestro Sifo-Dyas', pensò. Si concentrò e svuotò la mente.
E lentamente ritornò a dormire.